domenica 29 ottobre 2017

Le resine sintetiche nella musica (1)



Mina




Mina - Bachelite (da Uiallalla, 1989): canzone romanticissima e struggente, un pò bohemiénne; la cantante afferma che l'amore non può essere qualcosa di artificiale come la bachelite: ricordiamo infatti che la bachelite è il primo materiale sintetico entrato prepotentemente nella quotidianità con elettrodomestici e telefoni durante gli anni del boom economico e ha dato il via all'"usa e getta". Se l'amore fosse "bachelite", non sarebbe in grado di proteggere due amanti, perchè costituirebbe qualcosa di temporaneo e fragile, destinato a dissolversi eliminando così il rapporto totalizzante della relazione amorosa. (Dimmi / che non è bachelite / quest'amore / che ci proteggerà").


Il testo




Raccontare l'artificiale (2)




Leo Baekeland



La bachelite è la prima resina sintetica realizzata dall' uomo: fu scoperta dall'ingegnere chimico statunitense Leo Baekeland nel 1907 (brevettata nel 1909) ed ebbe un boom eccezionale nell'America degli anni venti (quando inizio la sua produzione industriale). Come quasi tutte le scoperte rivoluzionarie avvenne per caso: l'inventore mentre cercava un surrogato della gommalacca, combinò fenolo e formaldeide ottenendo una materia plastica di colore scuro. 
In Italia, durante il fascismo diventa un sostituto dei materiali ferrosi, per apparecchi telefonici, palle da biliardo, radio, utensili da cucina, bottoni e per molte parti protettive di apparecchi elettronici. Materiale indistruttibile, simbolo dell'inizio dell'era della plastica, con la bachelite si imitavano marmo, avorio, ambra, corallo.
Oggi la bachelite è adoperata come polvere da stampaggio, per i cruscotti delle auto e in bigiotteria per imitare avorio e ambra, anche se nella maggior parte delle applicazioni è stata sostituita da altre materie plastiche




                           
Formula chimica della bakelite




Raccontare l'artificiale (1)


La resina artificiale è legata alla storia dell'uomo più o meno indirettamente. Presentiamo per ora alcune cose realizzate con questo materiale.  Le prime due immagini si riferiscono ad una macchina fotografica compur tedesca degli anni venti a soffietto in bachelite trovata in un deposito presso la mia abitazione.


                                                       







Fotocamera "Start" in bachelite prodotta da Karl Pouva nel 1956






Telefono in bachelite FACE F51 del 1950
Resine naturali e artificiali (PARTE III)

L'uomo ha creato resine con le più svariate funzioni, dal restauro all' edilizia, dalla purificazione dell' acqua alla produzione di getti di metallo: tuttavia non si è per nulla avvicinato alla funzione "primordiale della resina": infatti probabilmente il ruolo della resina vegetale è "probabilmente quello di proteggere la pianta da insetti, funghi o altre infezioni, o di chiudere le ferite" (cit. Langenheim, J. H. (2003) "Plant resins: chimistry, evolution, ecology and ethnobotany" Portland, Cambridge: Timber Press). In foto particolare di resina sulla corteccia du un albero di pino in una giovanta estiva.




Resine naturali e artificiali (PARTE II)

L' imitatio naturae effettuata da parte dell'uomo riguarda anche aspetti non propriamente chimici (materiali), come ad esempio la forma della resina artificiale realizzata: riportiamo in questo post due esempi di resine naturali che sono state imitate dall' uomo (quasi) alla perfezione.
L'ambra (fig. 1, in greco Hλεκτρον,Elektron) è resina fossilizzata diffusa in moltissime parti del mondo (America centrale, Italia e nell'area baltica), che ha rivestito grande importanza commerciale nella storia europea prima ancora della sua importanza paleontologica (fig. 2, coda di dinosauro incastrata nell'ambra): l'uomo è riuscito a riprodurre esattamente la forma dell' ambra, ma le resine artificiali non presentano le note proprietà dell'ambra. Le imitazioni in plastica non si elettrizzano per strofinio,  affondano e non galleggiano: i metodi più efficaci per riconoscere l'ambra sono senza dubbio la prova del calore (l'ambra autentica non annerisce ma emana un gradevole profumo), la prova della solubilità e alla luce UV (essa assume un aspetto fluorescente). Insomma, l'uomo è riuscito a realizzare materiali sintetici che visivamente si avvicinano molto all'originale.
Un altro esempio è la pece (o colofonia): in fig. 3 possiamo osservare il materiale grezzo, familiare ai violinisti (riduce l'attrito delle corde dell'archetto sullo strumento), mentre in fig. 4 è presente un tipo di pece lavorata dall'uomo: come possiamo vedere la sua forma risulta troppo regolare e non traslucida, senza sporgenze o rientranze, indice di maggiore resistenza e lavorazione artificiale (infatti la pece è per sua natura molto fragile a temperatura ambiente) e il colore è certamente innaturale.



fig. 1



fig. 2


fig. 3

fig. 4

sabato 28 ottobre 2017

Resine naturali e artificiali (PARTE I)

Le resine naturali sono diverse da quelle artificiali dal punto di vista chimico: infatti, l'uomo ha dovuto amplificare (in un certo senso) le proprietà naturali, per fini produttivi, ottenendo per esempio maggiore resistenza allo sforzo e agli agenti atmosferici.
Le biomolecole costituenti le resine naturali sono i terpeni (tra cui l' isoprene fig. 1): poichè in natura sono poco diffuse le resine fenoliche, la maggior parte delle resine a base fenolica (e quindi aromatica) è artificiale, così come quelle a base acrilica (derivanti dall'acido acrilico, fig. 2). Un importante monomero sostitutivo dei terpeni è sicuramente quello contenente l'anello epossidico (fig. 3). Infine poichè le resine naturali non hanno una grande resistenza meccanica agli urti e agli agenti chimici, attraverso alcuni processi chimici si producono resine poliestere insature (contenenti doppi legami carbonio-carbonio).



fig. 1

fig. 2



fig. 3






Scavando nell'artificiale

Per analizzare un prodotto dell attività umana o della natura, non si può prescindere dall'osservarlo, ossia adoperare il senso della vista per "intuire" i suoi elementi costitutivi: cerchiamo di analizzare la resina artificiale in fig.1 inizialmente in modo un po' grossolano, come avrebbe fatto l' homo faber, o più in generale l'uomo primitivo.
Per prima cosa possiamo notare che questo materiale ha un aspetto molto simile al miele, una consistenza viscosa al tatto, "appiccicosa", proprio come le resine degli alberi; inoltre può indurirsi in particolari condizioni, quali freddo o caldo. Tuttavia possiamo classificare tantissimi altri tipi di resine,come quelle la cui consistenza è granulosa e non propriamente fluida (fig. 2): quali sono gli elementi che contraddistinguono le resine?
La componente sapiens ci aiuta nell'analisi: tutte le resine sono accomunate dall'avere la medesima struttura microscopica: una complessa rete di polimeri che, combinati in maniera differente generano resine con proprietà chimico-fisiche diverse, adatte a specifiche applcazioni. Fenolo e formaledide danno vita a resine fenoliche, formaldeide e melammina sono alla base delle resine melamminiche  l'acrilonitile genera resine acriliche (fig. 1); altre resine sono generate da epossidi (resine epossidiche) o addirittura da ioni e cationi, disponibili per lo scambio ionico (resine a scambio ionico,fig. 2): insomma, il mondo delle resine create dall'uomo è immenso e credere di arrivare ad una conoscenza completa sull'argomento è impossibile. 

Nei prossimi post ci limiteremo ad analizzare le differenze principali tra le resine naturali ed artificiali.







fig. 2
                             
                                             fig 1
Applicazione "curiosa" delle resine sintetiche

Il seguente video, tratto da Discovery Channel, mostra come vengono realizzate le barche in vetroresina: questo materiale, costituito prevalentemente da resine termoindurenti, è impiegato nel settore areonautico (per la realizzazione sia di aerei che di imbarcazioni) e automobilistico per la sua leggerezza, solidità, resistenza alla fatica e alla corrosione in ambienti basici.




domenica 22 ottobre 2017

Un interessante articolo sulle resine sintetiche (1)

Il seguente articolo passa in rassegna i principali tipi di resine sintetiche, con particolare riferimento alle loro applicazioni industriali e proprietà; ci si concentra inoltre sulle differenze sussistenti fra alcune resine dal punto di vista chimico / fisico. L'articolo è redatto da Marval Industries, Inc., fornitore autorizzato della Chevron Philips Chemical, famossisima azienda petrolchimica statunitense, leader nella produzione di etilene, propilene, polipropilene e altre speciality chemicals

http://www.marvalindustries.com/types-of-synthetic-resins.html
Una prima mappa concettuale

Si illustrano i concetti principali legati al mondo delle resine artificiali (essi saranno approfonditi nei prossimi post).





sabato 21 ottobre 2017

Presentazione

Questo breve video mostra una raccolta di immagini legate al mondo delle resine artificiali, con particolare rifermento alle loro applicazioni nel campo industriale e alle tecniche produttive.
 

               

venerdì 20 ottobre 2017

Definizione

Il termine "resina" (dal lat. resina, che probabilmente risale ad una lingua preindoeuropea) si riferisce ad una denominazione generica di prodotti organici naturali o sintetici caratterizzate dal possedere più o meno spiccate proprietà plastiche. Esiste una grande varietà di resine (naturali, dure,  fossili, artificiali, a scambio ionico...), adoperate per le loro caratteristiche in svariati campi industriali e produttivi.



Termini legati alle "resine artificiali" in italiano, francese, tedesco, spagnolo, giapponese, inglese


cfr.: "Dizionario della lingua italiana Treccani"